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۹۸

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Trai poeti italiani contemporanei tradotti in persiano, compare Alda Merini. Merini e` molto celebre perche` le sue poesie conduce i lettori alla conoscenzadi un aspetto mondiale della lettteratura. Lo studio presente è dedicato a lei, perché Alda è una donna a cui la poesia ha fatto grande dono di sé e che ha dimostrato con le sue opere un grande impegno intellettuale nella condanna delle istituzioni manicomiali e di una società contemporanea estranea alla Verità.Ella diviene il difensore dei deboli e degli emarginati portando avanti questo suo compito con coraggio, senza aver paura di niente e nessuno; si fa portatrice della bandiera della verità in favore degli oppressi. Dai suoi versi traspare una profonda spiritualità, un aspetto che da sempre caratterizza la cultura e la letteratura sufica amata profondamente dal popolo iraniano.Un numero considerevoledei sufi-poeti e` stato scritto in persiano e così i nostri lettori (il pubblico dell’Iran) si sono alimentati nei secoli di questa poesia nei momenti di preghiera, di felicità e di dolore, ricercandovi consolazione e sostegno morale. Lo studio presente è un tentativo di analizzare la spiritualità di Alda nella sua poesia alla luce della poetica del sufismo. Non è un confronto, ma un’analisi della poetica meriniana alla luce della mistica universale del sufismo che possiede una profondità senza pari e imparagonabile con qualsiasi corrente letteraria. Ci si pare invece opportuno avvicinare la poesia mistica di Merini alle sette valli descritte nell’opera Il verbo degli uccelli da Farid ad-Din ‘Attar, maestro sufi persiano del dodicesimo secolo d.C. che universalmente invita ad amare ed specchiare la figura di Simorgh (l’Amato Assoluto).

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